“Un testo poderoso […] una sorta di summa dell’era digitale
e un viaggio dentro la nostra coscienza”

“Petrocelli non si limita ad analizzare in maniera approfondita
le problematiche della rivoluzione digitale,
ma propone altresì le soluzioni”

TG2(In)Coscienza Digitale

Titolo: (IN)COSCIENZA DIGITALE
Autore: Michele Petrocelli
Editore:
Lastaria Edizioni
Collana: Conoscere
Anno edizione: 2022
Pagine: 444
EAN: 9791280660251

IL LIBRO

La risposta alla rivoluzione digitale, tra innovazione, sorveglianza e postdemocrazia

Che significa (IN)Coscienza Digitale? Vi è mai capitato di compiere scelte, come acquistare un prodotto o prenotare la meta delle vostre vacanze, a seguito del suggerimento inviato nella vostra mail inbox o tramite notifica push? Ormai, anche i dispositivi digitali più comuni riconoscono i nostri volti, analizzano i dati che riguardano la nostra salute, accompagnano i nostri allenamenti. Guidandoci in ogni ambito della nostra quotidianità, le macchine ci conoscono sempre meglio, ma noi sappiamo davvero dove ci stanno portando? Partendo da questo interrogativo, Michele Petrocelli indaga le conseguenze politiche, economiche e sociali della trasformazione tecnologica in atto, illustrandoci i rischi che stiamo pericolosamente sottovalutando. La polarizzazione delle ricchezze e delle opportunità, la perdita dei posti di lavoro e la proliferazione delle fake news sono solo alcune delle conseguenze a cui stiamo rovinosamente andando incontro. Le scelte di ognuno di noi stanno diventando, giorno dopo giorno, meno consapevoli e a pagarne il prezzo più caro potrebbero essere proprio la nostra libertà e il concetto stesso di democrazia. Rinunciare al progresso allora? Certamente no. Ma soltanto riscrivendo il nostro ruolo all’interno di questo processo sarà possibile invertirne la rotta. In questo pregevole saggio, frutto di anni di studio e di ricerca come docente universitario, Michele Petrocelli prova a indicarci una strada, puntando tutto sull’essere umano. Su creatività, pensiero laterale, etica, morale, capacità critica. Sulla consapevolezza e la conoscenza. In altri termini, sul suo essere diverso dalle macchine. Per valorizzare queste qualità, così umane, ma così sottovalutate, occorre ripensare completamente la scuola, il management, la società, perché soltanto rendendo sostenibile il cambiamento radicale connesso con la rivoluzione digitale riusciremo a cogliere le opportunità che essa ci offre.

L’AUTORE

Michele Petrocelli ha un’esperienza ventennale come Professore presso l’Università “Guglielmo Marconi” di Roma nelle materie di Economia Politica, Economia Monetaria, Strategia, gestione e sviluppo dell’Innovazione ed Economia e Organizzazione Aziendale. Presso l’Università è inoltre Direttore del Master in Marketing Management e del Corso avanzato di Soft Skills. L’interesse per la formazione inclusiva e partecipativa lo porta a progettare da anni strumenti innovativi (videolezioni interattive, percorsi di auto-consapevolezza, simulazioni e laboratori di gamification) volti allo sviluppo di competenze tecniche e professionali. Nel suo lavoro di ricerca si occupa degli impatti che la Quarta Rivoluzione Industriale creata dalla trasformazione digitale in atto crea nell’economia e nella società. Tra i libri più noti Coesione sociale, etica e competitività: il ruolo del sistema sociale nelle dinamiche competitive all’interno dei sistemi economici e nell’economia globale (2011) e Il labirinto clientelare: la crisi di sistema dell’economia italiana (2008).

INTRODUZIONE

Siamo nel pieno di una rivoluzione industriale, basata sulla digitalizzazione del mondo e lo sviluppo rapidissimo dell’intelligenza artificiale. Un processo accelerato dalla crisi pandemica che, nel momento in cui scrivo, non è ancora superata.
La tecnologia sta velocemente trasformando la nostra vita, la società in cui viviamo, il mercato, il mondo del lavoro. I nostri modelli relazionali e le nostre istituzioni stanno entrando in crisi con una velocità senza precedenti ed il futuro appare nebuloso, per alcuni versi pericoloso.
Questo lavoro rappresenta il primo risultato di un percorso di ricerca volto ad intercettare, in modo sistematico, questo processo di trasformazione, evidenziandone le principali dimensioni e prospettive, in un’ottica complessiva, analizzando gli effetti trasversali della rivoluzione industriale in atto, enfatizzandone i rischi e cercando possibili azioni per renderla sostenibile.
Come tutte le innovazioni tecnologiche, in potenza, anche quella che ci riguarda avrebbe una capacità liberatoria per gli individui e le società. La produttività aumenta in modo consistente, si riduce lo sforzo nello svolgimento di molte attività pesanti o routinarie. Si libera il tempo, che può essere dedicato alla creatività, all’arte, all’innovazione. Abbiamo potenzialmente un accesso all’informazione libero e senza limiti. Possiamo essere vicini a persone lontanissime geograficamente, condividendo la nostra quotidianità in modo incredibile. Grazie ai big data possiamo comprendere, studiare e analizzare i fenomeni naturali, biologici e sociali come mai in precedenza. Persino noi stessi.

Purtroppo, però, quello a cui stiamo assistendo è molto diverso. Al di là del potenziale della tecnologia, come sappiamo, è il suo utilizzo che ne determina i risultati. Infatti, contrariamente a quello che potremmo auspicare, la trasformazione tecnologica sta creando una polarizzazione delle opportunità e della ricchezza, perdita di posti di lavoro, diffusione di fake news e teorie senza fondamento, manipolazione economica, politica e sociale, incertezza, decisioni individuali meno razionali ed emotivamente manovrabili ed incapacità generalizzata di assumere consapevolezza verso questo processo di trasformazione che la maggioranza delle persone sta semplicemente subendo, senza potervi o sapervi partecipare.
L’ascesa degli algoritmi non solo sta indirizzando le nostre vite, ma ci sta anche portando verso il consolidamento di un nuovo modello di business che si fonda sull’acquisizione sistematica di moltissime informazioni comportamentali, non tanto finalizzata a generare valore per le stesse persone, ma, soprattutto, per consentire a terze parti di acquisire valore, vendendo i propri prodotti od ottenendo vantaggi senza che gli interessati possano accorgersene o reagire in modo efficace. Il successo di questo modello di business ha cambiato il mondo e ha amplificato l’esigenza (delle imprese) di digitalizzare le esperienze individuali in tutti gli ambiti della propria vita, al fine di acquisire informazioni dalle persone per indirizzarne il comportamento, il pensiero e lo stato emotivo. Lo stesso processo sta mettendo in crisi le fondamenta stesse della democrazia liberale, vista la capacità di indirizzare le scelte, parallelamente alla sistematica polarizzazione delle opinioni e delle idee, conseguenza delle dinamiche delle relazioni sociali, sempre più mediate dai social network e dai motori di ricerca, dove gli individui traggono buona parte dei contenuti e delle esperienze alla base delle proprie decisioni.
La rivoluzione in atto sta anche trasformando il mondo del lavoro, aumentando l’obsolescenza delle competenze e delle professioni. Le macchine tendono a sostituire via via l’uomo non solo in attività ripetitive ma anche in processi di analisi e talvolta decisionali, mentre vengono valorizzate le competenze connesse con la creatività, il pensiero laterale, la capacità empatica, relazionale e comunicativa. Ma le organizzazioni ed i sistemi scolastici non favoriscono l’emergere di queste competenze anzi, piuttosto, finiscono per distruggere valore, ostinandosi a replicare modelli che conoscono, ma che nel nuovo contesto sono, semplicemente, sbagliati.
Anche per questo, si assiste ad un’altra polarizzazione, di tipo sociale ed economico. La classe media si sta spaccando e solo pochi riusciranno a godere degli ampi vantaggi in termini di opportunità, di redditi e di ricchezze che la nuova rivoluzione sta creando, mentre un’ampia parte rischia di uscire dal mondo produttivo e finire al margine di quello sociale. Come vedremo gli economisti sono divisi sulla portata del fenomeno della disoccupazione tecnologica associata al nuovo scenario, ma sicuramente il contesto è del tutto nuovo, il livello di skill gap sempre più importante e l’idea stessa di lavoro profondamente trasformata. La rapidità della trasformazione non permette al sistema di adeguarsi velocemente e ne fanno le spese le parti più deboli della società. Anche la partecipazione del lavoro femminile potrà probabilmente risentirne, considerando la scarsa presenza delle donne nelle professioni legate al computing, alla tecnologia, all’intelligenza artificiale oltre che ai vertici economici e politici. Assenza riconducibile alla dimensione culturale che probabilmente rappresenta anche la principale causa alla base del gender gap, come avremo modo di accennare.
Questo libro tenta di essere una mappa o almeno un insieme di appunti di viaggio in questa tempesta, affrontando una lettura dinamica dei fenomeni, volendo fornire una chiave di lettura sistematica e strutturata anche se di un evento ancora in pieno svolgimento.
La prima parte del libro si occupa di raccontare gli impatti del nuovo paradigma tecnologico sulla nostra vita, sul sistema sociale ed economico, analizzando i rischi e le opportunità che si incontrano. Si affronteranno i rischi della tenuta della democrazia liberale e le prospettive del futuro del lavoro e del lavoro del futuro, costruito attorno a nuove competenze, capacità e a un nuovo tipo di motivazione.
Nella seconda parte si entrerà poi nel merito del processo di pensiero e di creatività delle persone, per definire quali siano le modalità per generare e presidiare questi processi. Si analizzeranno anche gli elementi alla base della fallacia del pensiero, i diversi bias ed il rumore a cui siamo inconsapevolmente esposti e che vengono utilizzati anche per indirizzare il nostro comportamento, le nostre percezioni, il nostro pensiero. Eppure, se ne avessimo consapevolezza, la stessa tecnologia che oggi è usata per indirizzarci potrebbe essere utilizzata per correggere questi elementi e renderci decisori migliori, più razionali e felici. Se non ci conosciamo e non sappiamo dove vogliamo andare, sarà qualcun altro, anche sfruttando la tecnologia, a decidere dove condurci.
Nella terza parte, poi, si entrerà nella dimensione dei sistemi e delle istituzioni. Innanzitutto analizzeremo il ruolo dell’innovazione e dell’etica nella competitività dei sistemi economici. Poi si cercherà di fornire qualche spunto per aiutare a costruire la smart organization, ripensando completamente il sistema organizzativo e di gestione delle risorse umane, la cultura di impresa e lo stile di leadership.
Infine nell’ultimo capitolo, il più importante, si discuterà su come sia necessario rifondare il sistema scolastico per creare una nuova generazione finalmente capace di sviluppare le competenze necessarie per affrontare la complessità del mondo del lavoro, ma anche per fronteggiare l’incertezza e la trasformazione continua in cui viviamo, e, infine, capace di ricostruire attorno a nuovi paradigmi il sistema sociale e democratico, sanando in modo creativo i tanti problemi che la visione attuale non riesce più a sostenere.
Buon viaggio.

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